LA TESTIMONIANZA DI ALESSIA #NOIRESTIAMOCONVOI

Mi chiamo Alessia e da metà dicembre dell’anno scorso sono servizio civilista presso la Cooperativa di Solidarietà Sociale Villa Sant’Ignazio a Trento.

Il mio progetto si chiama “Abitare il quotidiano” e proprio per questo passo la maggior parte del tempo in servizio con gli ospiti della comunità di accoglienza facendo attività di vario tipo: dall’affiancamento alle attività legate alla vita di casa come l’apparecchiare, lo sparecchiare ed il pulire i piatti, alla condivisione di momenti più strutturati come vari laboratori ed uscite sul territorio.

Inoltre, per almeno un turno a settimana, faccio supporto al responsabile di casa ed al cuoco supportandoli negli impegni quotidiani. Quando ho saputo che il mio progetto era stato sospeso a data da destinarsi mi sono sentita molto confusa. 

Lì per lì non sapevo quanto questo periodo di quarantena sarebbe durato e quanto avrebbe impattato la mia vita e quella di tutti gli altri intorno a me.

Questi mesi di reclusione forzata si sono ovviamente rivelati molto difficili per tutti ma, per gli ospiti di una comunità di accoglienza che già ogni giorno si trovano ad affrontare difficoltà personali, lo sono stati ancora di più.

Dopo quasi due mesi di quarantena a me ed al mio compagno di progetto ci è stato proposto di ritornare all’interno della casa. Le emozioni che ne sono scaturite sono state due, l’una l’opposto  dell’altra.

Se da una parte ero molto felice di tornare a contatto con tante persone e di essere loro di supporto, dall’altra mi sono sentita un po’ insicura e spaesata. Sensazioni scaturite dal non aver avuto fisicamente contatti con altre persone negli ultimi due mesi.  
Alla fine però sono stata davvero contenta di essere tornata in servizio, sia per me stessa sia per le persone con cui sono entrata in contatto.

Se prima la Cooperativa era un posto in cui tante persone entravano ed uscivano ogni giorno, durante la quarantena questa cosa si è bloccata dal tutto: solo pochissimo personale era autorizzato ad entrare ed uscire dalla struttura.

Proprio per questo motivo, il nostro rientro è stato ben vissuto da tutte le persone presenti in casa.

Tante attività però non erano più come prima, l’obbligo della mascherina e della distanza sociale le ha modificate o eliminate del tutto. Giocare a carte o a calciobalilla è consentito solo con le adeguate protezioni e distanze.

Vari corsi come quello di fotografia, il laboratorio creativo ed il corso di inglese sono stati sospesi per evitare assembramenti.

Di conseguenza, con gli educatori, abbiamo creato momenti di condivisione con gli ospiti volti al prendersi cura della casa come il riordino della soffitta, la cura del giardino e degli spazi comuni.

Queste attività, oltre ad aver fatto passare un po’ di tempo agli ospiti senza impegni, sono state molto utili per l’intera comunità.

 

In conclusione, sono molto soddisfatta di come è andato il mio rientro dopo la quarantena: nonostante varie attività fossero state annullate e tanti divieti siano stati aggiunti, tutti insieme siamo riusciti a supportarci l’un l’altro restando il più possibile positivi creando momenti di aggregazione conformi alle norme in vigore.